Visioni

Paolo Nutini e il disagio dell’abbondanza

Paolo Nutini e il disagio dell’abbondanzaPaolo Nutini sulla copertina del nuovo album

Note sparse A otto anni di distanza da «Caustic Love», riappare il musicista britannico di origini italiane con «Last Night in the Bittersweet». Tra luci e ombre

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 luglio 2022
«Che fine ha fatto Paolo Nutini?», ci si era domandati durante la prolungata irreperibilità del giovane scozzese, la cui discografia appare ormai scandita a intervalli crescenti secondo serie di Fibonacci: tre anni da These Streets (2006) a Sunny Side Up (2009), un lustro di gestazione per Caustic Love (2014), infine otto anni di assenza prima di questo Last Night in the Bittersweet (Atlantic Records). Che rispetto all’album precedente, risolutamente soul, alleggerisce di molto il peso specifico dell’ottone: i fiati infatti recedono per lasciare in primissimo piano un organico elettrico voglioso di cimentarsi con varianti rock e rispettivi modelli sonori. Intenzionale...

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