Alias Domenica
Pasolini, avanguardie e pastiche
Ara H. Merjian, "Against the Avant-Garde. Pier Paolo Pasolini, Contemporary Art, and Neocapitalism", University of Chicago Press Il dialogo difficile e incandescente dell'artista friulano con i nuovi linguaggi, dall’Informale all’Happening
Un fotogramma da "Teorema" (1968) di Pier Paolo Pasolini
Ara H. Merjian, "Against the Avant-Garde. Pier Paolo Pasolini, Contemporary Art, and Neocapitalism", University of Chicago Press Il dialogo difficile e incandescente dell'artista friulano con i nuovi linguaggi, dall’Informale all’Happening
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 21 febbraio 2021
«A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata / A Vivaldi l’uva passa che mi da più calorie»: è facile, riascoltando Bandiera bianca di Battiato, andare con la mente a un’altra, non meno partigiana rivendicazione di gusti e simpatie, quella cioè consegnata da Pier Paolo Pasolini al rotocalco comunista «Vie nuove» nell’ottobre 1962. Rispondendo a un lettore che lo interrogava sul suo ruolo d’intellettuale posto di fronte al discorso della modernità, il poeta aveva infatti replicato con determinazione, sfoderando un tono insieme sfidante e cortese: «Mi lasci amare Masaccio e Bach, e detestare la musica sperimentale e la pittura astratta». Ci si...