Italia

Passioni tristi, a L’Aquila il terremoto s’è preso tutte le colpe

Passioni tristi, a L’Aquila il terremoto s’è preso tutte le colpeL'Aquila, Piazza Duomo

6 aprile 2009 Come il lutto prima e la trasformazione del tessuto urbano poi hanno cambiato in questi dieci anni le persone, le relazioni e la società aquilana. La capacità di sopportazione, tipica di queste genti, mutata in rassegnazione

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 2 aprile 2019
Per tentare di tratteggiare dal punto di vista psichico l’impatto che il terremoto del 6 aprile 2009 ha avuto sulla popolazione di L’Aquila partirei da Amatrice, la cittadina laziale distrutta da uno dei tanti eventi sismici che si sono susseguiti in questi dieci anni nell’appennino centrale. UNA MIA COLLEGA psicoterapeuta di ritorno da Amatrice, dove svolge un servizio di ascolto due volte a settimana, mi racconta di come quella comunità, ai suoi occhi esterni, sembra attraversata da mille rancori e odi. Le sistemazioni in casette post-sisma, una vicina all’altra, separate solo da una paretina di cartongesso, rende questi sentimenti ancora...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi