Internazionale
«Patto tra capitale e potere: i condoni turchi dietro il disastro»
Turchia Intervista a Pelin Pinar Giritlioglu, presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul: «25 sanatorie in 50 anni, l’ultima nel 2018: tredici milioni di strutture legalizzate pagando. Molti edifici pubblici danneggiati perché, dice la legge, le strutture pubbliche non sono soggette a ispezione»
Vista dall’alto sulla distruzione del centro di Kahramanmaras, epicentro del sisma – Ap
Turchia Intervista a Pelin Pinar Giritlioglu, presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul: «25 sanatorie in 50 anni, l’ultima nel 2018: tredici milioni di strutture legalizzate pagando. Molti edifici pubblici danneggiati perché, dice la legge, le strutture pubbliche non sono soggette a ispezione»
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 10 febbraio 2023
Interi palazzi implosi, crollati al suolo sotto il peso di decine di piani e migliaia di tonnellate di cemento. I numeri delimitano il perimetro della catastrofe che si è abbattuta il 6 febbraio sulla Turchia: 6.500 edifici crollati, decine di migliaia quelli danneggiati. Di questi, moltissimi avevano fatto richiesta di condono. Non rispettavano le regole edilizie, fondamentali in un’area sismica come l’Anatolia. Gli avvertimenti di ingegneri e scienziati vengono ignorati da anni. Tra loro c’è Pelin Pinar Giritlioglu, docente all’Università di Istanbul. Giritliogu è la presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul, la stessa che da tempo...