Internazionale
Pechino non ama l’instabilità e teme per i propri affari in Myanmar
Reazioni cinesi Negli ultimi anni, il Myanmar è diventato un importante terminale della Belt and Road. Qui Pechino ha avviato progetti infrastrutturali ed energetici che gli consentono di raggiungere l’Oceano Indiano aggirando l’impervio stretto di Malacca
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Reazioni cinesi Negli ultimi anni, il Myanmar è diventato un importante terminale della Belt and Road. Qui Pechino ha avviato progetti infrastrutturali ed energetici che gli consentono di raggiungere l’Oceano Indiano aggirando l’impervio stretto di Malacca
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 9 febbraio 2021Edizione 09.02.2021
Appena tre settimane prima del colpo di Stato, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi era in Myanmar per cementare le «relazioni fraterne» tra i due paesi. «La Cina apprezza che l’esercito consideri la rivitalizzazione nazionale come sua missione», rassicurò il capo della diplomazia cinese incontrando il generale Min Aung Hlaing. Pechino sapeva delle trame dei militari? La domanda non ha risposta. Certo è che la crisi birmana coglie più alla sprovvista l’Occidente di quanto non sconvolga il regime della porta accanto. Se non altro per i legami di lunga data coltivati con la giunta militare fino alla «transizione democratica»...