Internazionale

Petizioni online, il lato oscuro di change.org

Petizioni online, il lato oscuro di change.org

Web e dintorni L'azienda privata che ospita gli appelli per cause nobili vive di donazioni fatte da utenti spesso ignari dell'assetto della piattaforma. Lo rivela una lettera aperta di alcuni ex dipendenti

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 13 giugno 2020
Le piazze piuttosto che le petizioni on line. Le strade di Minneapolis piuttosto che le inutili mobilitazioni col mouse. Che oltretutto arricchiscono chi con quelle strade non c’entra nulla. È di pochi giorni fa una “lettera aperta” firmata da un numero enorme di ex dipendenti, di change.org. Più di centrotrenta nomi, molti con ruoli apicali. Sì, change.org, nome che tutti abbiamo imparato a conoscere, visto che dall’omonima piattaforma quasi quotidianamente ci arrivano messaggi o e-mail per invitarci a firmare questa o quella richiesta. Al governo, ai partiti, all’Onu, al consiglio di quartiere, alla presidenza europea. Dopo l’assassinio di George Floyd,...

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