Cultura

Più che la rivoluzione si cercò la liberazione

Più che la rivoluzione si cercò la liberazione

L’onda anomala Questo movimento per la prima volta non voleva il potere. Al contrario, ha combattuto l’autorità in ogni ambito, dalla scuola al super-ego

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 2 novembre 2018
Una delle letture del ‘68 internazionale che più si sono radicate nel senso comune è quella che lo riduce a puro fatto di costume. I movimenti giovanili come semplice sintomo, non certo motore primo, di trasformazioni già in corso, che sarebbero avvenute comunque. Credevano di cambiare il mondo ma non si accorgevano che il mondo cambiava loro. Un simile modo di pensare serve a rimuovere o banalizzare la componente propriamente politica dell’anno (o degli anni) degli studenti, quella che all’epoca spaventò tanti, e che resta la più enigmatica, difficile da capire. Perché un divario tra ciò che i movimenti credevano...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi