Alias Domenica
Platonov, villaggio dell’utopia in attesa messianica
Scritto dall'autore sovietico tra 1926 e 1929, «Cevengur», riproposto da Einaudi Un esperimento letterario per dare volto a un fenomeno fantasticato lungo i secoli e «ora» realizzato: il comunismo
Una scena dall’«Andrej Rublëv», ’66, di Andrej Tarkovskij
Scritto dall'autore sovietico tra 1926 e 1929, «Cevengur», riproposto da Einaudi Un esperimento letterario per dare volto a un fenomeno fantasticato lungo i secoli e «ora» realizzato: il comunismo
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 12 aprile 2015
In un punto imprecisato dell’immensa steppa russa c’è un villaggio che nessuna carta geografica riporta ma che ha un nome: Cevengur. Era da poco scoppiata la rivoluzione e a Cevengur accadde un fatto memorabile, benché non ricordato dagli storici: di colpo sbocciò il comunismo. Proprio come un fiore. E come un fiore appassì e si disfece nello spazio di un mattino. Che cosa abbia portato a Cevengur il seme del comunismo non è dato di sapere. Forse il diffondersi del sistema delle comunicazioni. O forse uno dei prodigi tecnici dell’epoca come ad esempio la ferrovia, nello specifico la ferrovia transiberiana....