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«Processo di Roma», una operazione securitaria

Migranti subsahariani bloccati sul confine libico-tunisino foto ApMigranti subsahariani bloccati sul confine libico-tunisino – foto Ap

Commenti Verso l’esternalizzazione ulteriori delle frontiere nazionali, per posizionare ormai il controllo delle migrazioni non solo a livello delle coste nord africane, ma ben più a sud

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 luglio 2023
La Conferenza Internazionale su sviluppo e migrazione, ospitata dal governo italiano, sembra avere attivato una delle componenti di quel «Piano Mattei» sino ad ora evocato a più rirese dalla presidente del Consiglio ma ancora privo di contenuti concreti. Il cosiddetto «processo di Roma», infatti, come è stato chiamato il risultato della Conferenza, ha deliberato un nuovo approccio al problema delle migrazioni dal continente africano attraverso una forma rafforzata di cooperazione tra forze di polizia. IL SEGNALE è estremamente chiaro, e si può riassumenre in una ulteriore esternalizzazione delle frontiere nazionali, che oramai dovranno posizionare il controllo delle migrazioni non solo...

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