Internazionale
Proiettili italiani in Myanmar, ora bisogna «colmare il buco»
Dopo il golpe Il caso Cheddite e la possibilità di aggirare la legge con la scusa della caccia al cinghiale
Manifestazione contro il golpe e la repressione dei militari nel distretto di Pazundaung a Yangon – Ap
Dopo il golpe Il caso Cheddite e la possibilità di aggirare la legge con la scusa della caccia al cinghiale
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 luglio 2021
La ditta livornese Cheddite, al centro della polemica su cartucce col suo marchio ritrovate in Myanmar nel marzo scorso nei teatri di scontro tra popolazione civile e militari golpisti birmani, continua a non rispondere alle nostre richieste di chiarimenti. Stesso discorso per l’azienda turca che detiene il marchio Yaf (la ZSR Patlayici Sanayi A.S.), attraverso la quale si sospetta siano arrivate su suolo birmano le cartucce italiane da caccia calibro 12 in questione. LA RISPOSTA DEL GOVERNO all’interrogazione parlamentare di Erasmo Palazzotto – di cui il manifesto ha dato conto giovedì scorso – su come l’embargo sulle armi a cui...