Internazionale
Quando in Argentina c’era chi voleva «tagliare la testa» al papa
L’accusa mai digerita Nella conversazione con i confratelli gesuiti a Budapest, Bergoglio torna a parlare dell'interrogatorio a cui fu sottoposto dai giudici che indagavano sulla sua presunta connivenza con la dittatura militare argentina
Buenos Aires, 2008. Jorge Mario Bergoglio, all'epoca ancora cardinale, su un vagone della metro – Ap
L’accusa mai digerita Nella conversazione con i confratelli gesuiti a Budapest, Bergoglio torna a parlare dell'interrogatorio a cui fu sottoposto dai giudici che indagavano sulla sua presunta connivenza con la dittatura militare argentina
Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 maggio 2023
È un’ombra che ha gravato pesantemente sulla figura di Jorge Mario Bergoglio quella della sua presunta connivenza con la dittatura militare argentina. E che quell’accusa non l’abbia mai digerita, lo indica bene la professione di innocenza da lui ribadita, non senza accenti polemici, durante la conversazione con i suoi confratelli gesuiti ungheresi a Budapest, avvenuta il 29 aprile e pubblicata martedì da La Civiltà Cattolica. «Alcuni» del governo Kirchner «volevano “tagliarmi la testa”, tirando in ballo non tanto il caso di Jálics, ma mettendo in discussione tutto il mio modo di agire durante la dittatura», ha detto il papa riferendosi...