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Quei pannolini digitali

Quei pannolini digitali

Rassegne L'esperta di semiotica, che sarà presente al Festival della Comunicazione di Camogli, analizza la pubblicità ai tempi della rete, quando gli spot trovano in Internet un nuovo luogo di convivenza di epoche e generi

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 5 settembre 2015
Per molte persone, magari non più giovanissime, la parola «pubblicità» evoca immediatamente piccole rotture di scatole, interruzioni del film in tv durante le quali si legge il giornale; pop-up e banner che si aprono in internet impedendoci di vedere subito quanto stavamo cercando. Noi adulti non siamo più la generazione della pubblicità-spettacolo di Carosello, e siamo ancora la generazione della pubblicità-disturbo, male inevitabile. In realtà, come ho potuto constatare senza eccezioni in anni di insegnamento, i ventenni adorano la pubblicità. Anche l’argomento più noioso appare interessante se usiamo come esempio la pubblicità. Sono pronta a scommettere che immagini di spot...

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