Cultura

Quell’enigma color verde paura

Quell’enigma color verde pauraIl «luogo del crimine» in una foresta degli Stati Uniti Getty Images

Geografie Un percorso di lettura tra titoli che mettono in evidenza la relazione tra natura selvaggia e romanzo poliziesco. Dall’anelito positivista di Sherlock Holmes agli scenari alla Blade Runner che narrano del deserto urbano. Gli Appalachi spettrali di Kimi Cunningham Grant, «Nel silenzio dei boschi» (Neri Pozza). Le Highlands dei misteri di Peter May, «Il rumore del ghiaccio» (Einaudi). L’Islanda tra gelo e isole sperdute: «Il sogno di Unnur» di R. Jónasson (Marsilio) e «Un castello di bugie» di S. Arngrímsson (Carbonio). Il noir post-ecologico: «Cane 51» di Laurent Gaudé (e/o)

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 28 marzo 2024
«Ciò che è noto racchiude in sé meno terrore di ciò che è soltanto sussurrato e fantasticato». Malgrado le parole che Sir Arthur Conan Doyle fa pronunciare a Sherlock Holmes in una delle sue più celebri indagini, Il mastino dei Baskerville (1902), il cupo lamento della bestia che riempie le notti della brughiera di Dartmoor, tra vegetazione rada e paludi, sabbie mobili, nebbia e ombre sinistre non potrebbe racchiudere meglio l’essenza minacciosa di quella parte della contea del Devon in cui è ambientato il romanzo. E anche se alla fine il detective di Baker Street, sfidando le leggende locali, riuscirà...

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