Italia
Regina Coeli, il ragazzo delle pannocchie morto nel «braccio degli infami»
Emergenza suicidi Dal Pakistan a Torpignattara, Mohammad Ishaq Khan era stato condannato per tentato furto. «La giudice non ha potuto disporre accertamenti né è stato possibile attivarsi a livello difensivo. Si rileva una chiusura ermetica del sistema carcerario», dice l'avvocato Dini Modigliani
Mohammad Ishaq Khan sul litorale laziale del Circeo
Emergenza suicidi Dal Pakistan a Torpignattara, Mohammad Ishaq Khan era stato condannato per tentato furto. «La giudice non ha potuto disporre accertamenti né è stato possibile attivarsi a livello difensivo. Si rileva una chiusura ermetica del sistema carcerario», dice l'avvocato Dini Modigliani
Pubblicato 5 mesi faEdizione del 10 luglio 2024
«Davvero nelle carceri italiane le persone possono morire così?», ha chiesto incredulo Irshad dopo aver saputo del decesso del fratello minore: Mohammad Ishaq Khan. La salma è arrivata all’aeroporto di Islamabad, capitale del Pakistan, il 2 luglio. Ad attenderla tutta la famiglia. Secondo la comunicazione ufficiale ricevuta dall’avvocato difensore, lo scorso 4 giugno il detenuto si sarebbe tolto la vita nel carcere romano di Regina Coeli. La casa circondariale è una delle poche ancora sopravvissute nei centri storici italiani e detiene un record inquietante. Subito dopo la morte di Khan, una nota congiunta dei Garanti per i diritti dei detenuti...