Internazionale
Repressione 2.0: droni e software per individuare (e punire) i dissidenti birmani
Myanmar La giunta militare si "evolve", con l'aiuto di aziende straniere che bypassano le sanzioni: i dati degli utenti online e il tracciamento dei loro spostamenti permette di trovare i soggetti "pericolosi". Poi, con le prove raccolte dalle tecnologie di sorveglianza, si creano capi d’accusa coerenti con le leggi interne
Agenti anti-sommossa davanti a una barricata a Mandalay – Ap
Myanmar La giunta militare si "evolve", con l'aiuto di aziende straniere che bypassano le sanzioni: i dati degli utenti online e il tracciamento dei loro spostamenti permette di trovare i soggetti "pericolosi". Poi, con le prove raccolte dalle tecnologie di sorveglianza, si creano capi d’accusa coerenti con le leggi interne
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 4 marzo 2021
Tecnologia al servizio della repressione: è quello che emerge dall’ultimo report di Justice for Myanmar, associazione che si occupa di rivelare gli interessi dell’esercito birmano nell’economia del paese. L’analisi dei budget del ministero degli interni e di quello dei trasporti e le comunicazioni rivela investimenti per miliardi di dollari in tecnologie di sorveglianza all’avanguardia. Sistemi concepiti per organizzare i dati dei cittadini e salvaguardare i segreti di Stato, oggi vengono utilizzati per tracciare, arrestare e condannare i dissidenti che osteggiano il golpe. Tra le voci in lista degli ultimi quattro anni compaiono software di e-governance e di tracciamento, droni e...