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Roma, «bando» alla cultura
Raffica di provvedimenti Prima il Circolo Gianni Bosio, poi l'Angelo Mai. Ora tocca alla Scuola popolare di musica di Testaccio. Politica assente dalla vita reale, sotto attacco nella capitale gli spazi della creatività civile. E la giunta si trincera dietro la formula magica e ignava dei «bandi»
Raffica di provvedimenti Prima il Circolo Gianni Bosio, poi l'Angelo Mai. Ora tocca alla Scuola popolare di musica di Testaccio. Politica assente dalla vita reale, sotto attacco nella capitale gli spazi della creatività civile. E la giunta si trincera dietro la formula magica e ignava dei «bandi»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 3 marzo 2017
La questione delle proprietà comunali che a raffica stanno venendo sfrattate dal Comune a Roma, appare sempre più qualcosa di grottesco, se non di insulso. Comunque rivelatore. Ultima in ordine di tempo la Scuola popolare di musica di Testaccio, cacciata dalla sua sede dentro l’ex Mattatoio, con la richiesta di esosissimi arretrati da pagare. Stessa sorte sta toccando a molte iniziative che senza lucro e con finalità culturali sono alloggiate in spazi comunali: va oltre la soglia del ridicolo il caso del Circolo Gianni Bosio, piccola ma decisiva struttura che è luogo di indagine delle radici antropologiche della cultura popolare....