Commenti
Russia in Medio Oriente, primus inter pares dai piedi d’argilla
Egemonie Se l'approccio statunitense nella regione è sempre stato trasformativo, e in chiave neocoloniale, la Mosca di Putin non ha velleità riformatrici: interloquisce «alla pari» senza discorsi su diritti umani e democrazia. Ma non ha abbastanza potere economico per sostituire del tutto Washington
Il presidente siriano Assad con il russo Putin – LaPresse
Egemonie Se l'approccio statunitense nella regione è sempre stato trasformativo, e in chiave neocoloniale, la Mosca di Putin non ha velleità riformatrici: interloquisce «alla pari» senza discorsi su diritti umani e democrazia. Ma non ha abbastanza potere economico per sostituire del tutto Washington
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 29 giugno 2019
C’era una volta l’egemonia americana in Medio Oriente. Come tanti altri tasselli del decennio unipolare, pur non contribuendo granché a rendere il mondo migliore, almeno lo rendeva più semplice. La Primavera araba e il caos che ne è seguito ci hanno portato dentro un’era più mutevole e complessa, in cui scegliere il proprio “campo” con i criteri del passato può portare a semplificazioni e grossolani errori: l’era del Medio Oriente multipolare. Nuovi protagonisti si sono affacciati prepotentemente. Abbiamo visto salire alla ribalta alcune potenze regionali un tempo più gregarie e passive, come Emirati e Turchia, che hanno affiancato vecchi (e...