Alias Domenica

Safari con Hemingway e Egan, nel reportage un viaggio verso le proprie origini

Safari con Hemingway e Egan, nel reportage un viaggio verso le proprie originiRichard Diebenkorn, «Senza titolo», 1954

Speciale "Villeggiature d'antan" Due volte in Kenya a distanza di vent’anni, Ernest Hemingway rielaborerà le sue battute di caccia in «Verdi colline d’Africa», poi in due vertici assoluti dell’arte del racconto: «La breve vita felice di Francis Macomber» e «Le nevi del Kilimangiaro». Nel romanzo di Jennifer Egan «Il tempo è un bastardo» sogni e rapporti umani subiscono una dissipazione resa più devastante dalla illusorietà dei social, che li trasformano in esercizi di virtualità quotidiana

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 23 agosto 2020
È il 1932 quando Ernest Hemingway, all’apice della popolarità dopo il successo di critica e di pubblico di Addio alle armi, comincia a progettare un safari in Africa. Non casualmente, è il medesimo periodo nel quale viene data alle stampe Morte nel pomeriggio, la sua prima opera di nonfiction dedicata alla Spagna e all’arte della corrida. Le recensioni saranno tutt’altro che entusiastiche, e particolarmente dura e irrisoria risulterà quella firmata da Max Eastman, corifeo della letteratura proletaria, che in «Bull in the Afternoon» irride il machismo hemingwayano, insinuando che dietro l’esaltazione del torero come eroe virile si nasconda una vena...

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