Alias Domenica
Sanguineti vs Pasolini, il vincolo delle passioni contro il distacco della razionalità
Grandi scontri/8 Campione dello sperimentalismo plurilinguista, Pier Paolo Pasolini accusa il Gruppo 63 di essere organico al neocapitalismo, «come il bitume e i detersivi»; e quelli, Sanguineti in testa, lo ripagano chiamandolo «patetico» reperto di una letteratura edificante e anacronistica
Carlo Carrà, «I nuotatori», 1932
Grandi scontri/8 Campione dello sperimentalismo plurilinguista, Pier Paolo Pasolini accusa il Gruppo 63 di essere organico al neocapitalismo, «come il bitume e i detersivi»; e quelli, Sanguineti in testa, lo ripagano chiamandolo «patetico» reperto di una letteratura edificante e anacronistica
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 4 agosto 2024
Lunedì 3 novembre 1975, il giorno dopo l’assassinio di Pier Paolo Pasolini, «Paese sera», il quotidiano di orientamento comunista cui il poeta aveva spesso collaborato, gli dedicò le prime cinque pagine: in fondo alla quinta e sotto un titolo – Confusione tra arte e vita – che contraddiceva il tono accorato degli altri, il maggiore esponente del Gruppo 63, Edoardo Sanguineti, con una impassibilità ai limiti del cinismo confinava la fisionomia di Pasolini agli anni Cinquanta, sottolineando il tratto patetico e nostalgico del «celebratore di una Vita che gli era possibile cogliere soltanto in commemorazione struggente e infine in figurazioni...