Alias Domenica
Santiago Sierra, sfruttamento al quadrato
Al PAC di Milano "Mea culpa" dello spagnolo Santiago Sierra Dai primi lavori di scultura alle opere land fino ai video, i temi sono gravi, il tono tragico ma asciutto. Interessante è l’ambiguità del rapporto con i disvalori del neoliberismo
antiago Sierra: «Forma di 600 x 57 x 52 cm costruita per essere sostenuta perpendicolarmente a una parte», 2016, Berlino, Konig Galerie
Al PAC di Milano "Mea culpa" dello spagnolo Santiago Sierra Dai primi lavori di scultura alle opere land fino ai video, i temi sono gravi, il tono tragico ma asciutto. Interessante è l’ambiguità del rapporto con i disvalori del neoliberismo
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 16 aprile 2017
Paolo MartoreMILANO
Nell’ultimo mezzo secolo l’arte ha enormemente sviluppato la sua propensione a immergersi nella realtà sociale e a riflettere sulla dimensione politica che la caratterizza nei suoi aspetti paradigmatici (trauma, abiezione, precarietà, ecc.). Lo scarto tra un’operazione artistica e una prettamente cosmetica, di design, sta proprio in questa attitudine, che in buona misura deriva dalle metamorfosi della produzione nell’era del capitalismo post-industriale. L’arte si adegua ai mutati assetti adottando nuovi parametri estetici e l’opera, diventata contingente, relazionale, effimera e immateriale, rispecchia i cambiamenti nel mercato del lavoro. Un fenomeno tutto sommato ovvio. Ma l’incontro tra arte e politica è sempre controverso...