Alias Domenica
Sarfatti, moderna classicità in un buio crinale
A Milano, Museo del ’900, e a Rovereto, Mart, in mostra Margherita Sarfatti, tra fascismo e neo-stile Amante, poi ripudiata, di Mussolini (fino all’esilio), indicò una via di uscita dalle Avanguardie: armonia, concretezza, semplicità
Mario Tozzi, "Mattutino", Milano, Museo del ’900
A Milano, Museo del ’900, e a Rovereto, Mart, in mostra Margherita Sarfatti, tra fascismo e neo-stile Amante, poi ripudiata, di Mussolini (fino all’esilio), indicò una via di uscita dalle Avanguardie: armonia, concretezza, semplicità
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 30 dicembre 2018
Davide Dall'OmbraMILANO-ROVERETO
«È un’opportunità per non proseguire nella più frequentemente adottata censoria latenza che, forse, ha significato anche diffusa incapacità di elaborazione del trauma e un’acritica rimozione di fattori ereditari che hanno fatto perdere di vista pure la possibilità di una più autentica coscienza europea in riferimento all’idea di modernità». Una mostra in due sedi come quella dedicata a Margherita Sarfatti (1880-1961) da istituzioni italiane di primo piano, il Mart di Rovereto – in incipit, il direttore Gianfranco Maraniello – e il Museo del ’900 di Milano, ha il suo primo calibro d’interesse proprio nell’opportunità e necessità del tema che affronta. In...