Cultura

Saša Filipenko, una voce di libertà da Minsk a Kiev

Saša Filipenko, una voce di libertà da Minsk a KievUn’opera ricamata di Rufina Bazlova che denuncia la repressione delle polizia antisommossa a Minsk

L'intervista Parla l’autore di «Croci rosse» (e/o) che fa luce su di un crimine dimenticato. Stalin rifiutò l’aiuto della Croce Rossa ai prigionieri di guerra sovietici, considerati potenziali traditori. «In Bielorussia nessuno può parlare apertamente di quanto sta accadendo. Però a Mosca dove la repressione è meno crudele mi aspettavo che protestassero più persone». «Putin ha chiuso la ong "Memorial" che lottava per i diritti umani e per ricordare la repressione che regnava in Urss. E ha scatenato una guerra contro chi in Ucraina vuole liberarsi definitivamente di quel passato»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 16 marzo 2022
«Avrei da raccontarle una storia assurda. Non è neanche una storia, anzi. La definirei una biografia della paura, piuttosto. Di come la paura può sopraffare un essere umano e cambiargli la vita». Quando il protagonista di Croci rosse (e/o, pp. 160, euro 16, traduzione di Claudia Zonghetti) incontra per la prima volta la sua nuova vicina di casa Tat’jana Alekseevna, non sa ancora che ciò che l’anziana donna gli confiderà è destinato a cambiare per sempre anche la sua vita. Lavorando al Commissariato del popolo agli Esteri durante la Seconda Guerra Mondiale, Tat’jana aveva infatti appreso un segreto che Mosca...

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