Politica

Senato, tutte le spine dell’accordo

Riforme Il caos dei commi, il caso dei sindaci, il rinvio al 2020: la «quasi elezione» serve solo al Pd. Depotenziata la scelta di Grasso sull’articolo 2. E il presidente si avvia a tornare beniamino di palazzo Chigi. La minoranza dem firma l’intesa, Sel presenta 60mila emendamenti. Torna il «canguro»

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 23 settembre 2015
L’accordo c’è e non si torna indietro, ricorda il governo alla minoranza del Pd che – terminata la festa per il «ritorno del metodo Mattarella» – si scontra con le difficoltà del tradurre in un emendamento all’articolo 2 del disegno di legge di revisione costituzionale l’intesa sul senato «quasi elettivo». Due i problemi più evidenti attorno ai quali hanno girato senatori, capigruppo, ministra e sottosegretario tutto il giorno in differenti tavoli. Il primo: l’articolo 2 al secondo comma stabilisce il principio che i senatori sono eletti dai consigli regionali «con metodo proporzionale fra i propri componenti e fra i sindaci»...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi