Politica
Senato, tutte le spine dell’accordo
Riforme Il caos dei commi, il caso dei sindaci, il rinvio al 2020: la «quasi elezione» serve solo al Pd. Depotenziata la scelta di Grasso sull’articolo 2. E il presidente si avvia a tornare beniamino di palazzo Chigi. La minoranza dem firma l’intesa, Sel presenta 60mila emendamenti. Torna il «canguro»
Riforme Il caos dei commi, il caso dei sindaci, il rinvio al 2020: la «quasi elezione» serve solo al Pd. Depotenziata la scelta di Grasso sull’articolo 2. E il presidente si avvia a tornare beniamino di palazzo Chigi. La minoranza dem firma l’intesa, Sel presenta 60mila emendamenti. Torna il «canguro»
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 23 settembre 2015
Andrea FabozziROMA
L’accordo c’è e non si torna indietro, ricorda il governo alla minoranza del Pd che – terminata la festa per il «ritorno del metodo Mattarella» – si scontra con le difficoltà del tradurre in un emendamento all’articolo 2 del disegno di legge di revisione costituzionale l’intesa sul senato «quasi elettivo». Due i problemi più evidenti attorno ai quali hanno girato senatori, capigruppo, ministra e sottosegretario tutto il giorno in differenti tavoli. Il primo: l’articolo 2 al secondo comma stabilisce il principio che i senatori sono eletti dai consigli regionali «con metodo proporzionale fra i propri componenti e fra i sindaci»...