Alias Domenica
Sessantotto in absentia
«È solo un inizio. 1968» a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma Ester Coen, la curatrice, opta per una presentazione distaccata fedele alla proteiforme energia sperimentale dell’arte di quel momento, ma rischia di occultare la radicalità politico-ideologica
Franco Angeli, «Ritratto di Mao con Bandiera Rossa», 1968, Collezione Mara Chiaretti © Giorgio Benni
«È solo un inizio. 1968» a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma Ester Coen, la curatrice, opta per una presentazione distaccata fedele alla proteiforme energia sperimentale dell’arte di quel momento, ma rischia di occultare la radicalità politico-ideologica
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 29 ottobre 2017
Stefano ChiodiROMA
Mentre si attende a giorni la celebrazione di un altro incombente anniversario, i cento anni dalla Rivoluzione d’ottobre, il cinquantenario dal Sessantotto già si profila all’orizzonte con la perentorietà degli appuntamenti obbligati e delle domande inevitabili. L’annus mirabilis come matrice di ciò che siamo diventati? Come ormai lontana origine dei nostri abbagli? O come esempio da ritrovare nel presente di una spinta radicale che riuscì a scompaginare tutti i campi della produzione culturale e dell’esistenza sociale imponendo la loro incessante «criticabilità»? E se anche sapessimo rispondere, in quali forme poi mostrare tutto questo? I Soulèvements di Didi Due mi sembra...