Internazionale

Sì alla guerra, sì alla pace: le tante facce della protesta

La marcia dei familiari degli ostaggi e migliaia di sostenitori in arrivo a Gerusalemme Ap/Mahmoud IlleanLa marcia dei familiari degli ostaggi e migliaia di sostenitori in arrivo a Gerusalemme – Ap/Mahmoud Illean

Israele Arrivata a Gerusalemme la marcia per gli ostaggi sacrificati dal governo. A Tel Aviv si chiede il voto: la sinistra liberal attacca Netanyahu ma non parla dei 30mila palestinesi uccisi in 148 giorni. Gaza è invisibile: ai cortei per il cessate il fuoco poche decine di persone

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 3 marzo 2024
Dopo 148 giorni di guerra, le proteste di ieri sera in Israele hanno offerto un quadro che rispecchia tanto le tensioni interne, quanto i paradossi della società ebraica. Da una parte prosegue il dramma delle famiglie degli ostaggi che nel pomeriggio hanno fatto ingresso a Gerusalemme con migliaia di sostenitori al termine di una nuova disperata marcia di protesta di quattro giorni partita dal sud. La marcia, come sempre commovente per l’affluenza di pubblico, si è conclusa accanto alla residenza ufficiale di Netanyahu invocando il riscatto degli ostaggi e il raggiungimento di un accordo su cui Hamas dovrebbe pronunciarsi oggi...

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