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Sì all’obiezione di coscienza alla ricerca bellica

Sì all’obiezione di coscienza alla ricerca bellica

La ricerca della pace Lettera al manifesto dall'Università di Udine

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 25 luglio 2024

Noi sottoscritti/e docenti e ricercatori/trici dell’Università degli Studi di Udine,
di fronte all’immane sofferenza delle popolazioni civili di Gaza e di tutti gli altri luoghi in cui imperversa la guerra sul nostro pianeta, in linea con illustri predecessori provenienti dal mondo accademico, come Albert Einstein e Bertrand Russell, riteniamo che la proliferazione degli armamenti costituisca una seria minaccia alla pace e comunque sottragga risorse che potrebbero essere dedicate al benessere delle popolazioni civili.

Siamo altresì convinti che l’attuale situazione mondiale imponga interventi urgenti, decisi e concreti e apprezziamo lo stimolo ricevuto dagli studenti della Acampada Universitaria per la Palestina di Udine che hanno voluto segnalare con le proprie iniziative la gravità della situazione attuale.

Auspichiamo che, in linea con le richieste degli studenti e in coerenza con un sano principio di trasparenza, l’Università di Udine si doti di un inventario delle ricerche in corso, da cui sia possibile evincere se tali ricerche siano collegate all’industria bellica o possano portare alla violazione dei diritti umani.

In ogni caso noi sottoscritti/e ci impegniamo a non svolgere attività di ricerca collegate all’industria bellica o che possano portare a violazioni dei diritti umani e a non allacciare collaborazioni di ricerca con colleghi, strutture di ricerca e istituzioni impegnati in attività del genere.

Consapevoli, infine, che il nostro ruolo di docenti e ricercatori si realizzi innanzitutto nello studio, finalizzato in ultima analisi al benessere dell’umanità e dell’intero pianeta, ci impegniamo altresì a dedicare uno spazio adeguato ad attività di ricerca riguardanti i temi della guerra e della pace, da esplorare da tutti i punti di vista permessi dalle nostre competenze e a favorire, nel limite delle nostre possibilità, l’integrazione di studenti e ricercatori provenienti dalle aree di guerra.

* Lettera sottoscritta da settantaquattro docenti, ricercatori, dottorandi e tecnici amministrativi dell’Università di Udine

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