Alias Domenica
Sottsass, il giocoliere del vetro
A Venezia, Fondazione Cini, "Ettore Sottsass: i Vetri" L’esordio è una sfera in disegno scozzese, 1947: da quel momento Sottsass ha fatto dell’arte vetraria un luogo di sperimentazione in cui allentare i lacci al modernismo
Ettore Sottsass, «Kachina 10», 2006; il ritratto fotografico dell’architetto-designer è di Bruno Gecchelin
A Venezia, Fondazione Cini, "Ettore Sottsass: i Vetri" L’esordio è una sfera in disegno scozzese, 1947: da quel momento Sottsass ha fatto dell’arte vetraria un luogo di sperimentazione in cui allentare i lacci al modernismo
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 21 maggio 2017
Maurizio GiufrèVENEZIA
Quando Ettore Sottsass giunse «all’inizio della sua discesa», rivolgendosi a sua moglie nel ricordarle com’era bella la sua vita grazie a lei aggiunse che forse il suo essere «un vero taoista» derivava dall’avere capito «che intorno c’è il vuoto, che la vita non ha alcun senso», quindi, poiché «è difficile stare sempre con il vuoto, perché fa paura, allora bisogna riempirlo». Questa frase, estratta dalla toccante autobiografia di Barbara Radice appena pubblicata con il titolo Perché morte non ci separi (Electa), è uno degli elementi utili per la visita a Ettore Sottsass: i Vetri, la mostra, a cura di Luca...