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Stefano Rodotà, l’urgenza del conflitto
Il ricordo Ritratto del grande giurista da poco scomparso e la storia della Rivista critica del diritto privato: "Non aveva intenzione di celare il conflitto in corso o tentare di sminuirlo. Ma rifuggiva anche dalla retorica e da toni da comizio"
Stefano Rodotà
Il ricordo Ritratto del grande giurista da poco scomparso e la storia della Rivista critica del diritto privato: "Non aveva intenzione di celare il conflitto in corso o tentare di sminuirlo. Ma rifuggiva anche dalla retorica e da toni da comizio"
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 7 luglio 2017
La prima volta che vidi Stefano Rodotà di persona fu nel 1978 in un’aula universitaria, un’aula in cui si svolgeva un’assemblea di studenti in agitazione. Lui, allora non ancora deputato della Sinistra indipendente, era l’unico docente che avesse accettato di partecipare all’assemblea. E non era, la sua, una presenza di comodo. Al contrario quel giorno, come gli altri in cui fu presente in assemblea, discusse a fondo le questioni all’ordine del giorno senza aver timore di mostrare da che parte stava, e senza alcuna intenzione di celare il conflitto in corso o tentare di sminuirlo. Ma anche senza retorica e...