Italia

Taranto, la bella avvelenata

Taranto, la bella avvelenataTaranto vecchia – Andrea Sabbadini

Accanto all’Ilva convivono un porto industriale, una raffineria, due termovalorizzatori, un cementificio, e centinaia di altre attività: un immane complesso industriale è scagliato addosso a una città dalle strutture fragilissime

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 15 maggio 2014
«Soffocata a occidente dall’enorme zona industriale (centro siderurgico Italsider) e a oriente da una sgangherata espansione edilizia, Taranto offre oggi al visitatore uno spettacolo raccapricciante, esempio da manuale di che cosa può produrre il sonno della ragione, cioè il sistematico disprezzo per le norme elementari del vivere associato nel nostro tempo». Non è un’inchiesta dei giorni nostri, è un articolo profetico di Antonio Cederna sul Corriere della Sera del 18 aprile del 1972, quarantadue anni fa. In un pezzo di qualche giorno prima aveva scritto: «Era logico pensare che un’impresa così gigantesca che coinvolge tutto il territorio dovesse essere inquadrata...

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