Noi, i mandanti
I palestinesi (popolo) ‘vedono’ la Palestina svuotata e distrutta dagli ebrei dal 1948.
Gli ebrei (popolo) ‘vedono’ la Palestina fiorente dove una volta regnavano spopolamento e distruzione.
Due visioni inconciliabili, di cui la seconda, è la visione assimilata in Occidente.
In Occidente, le potenze che dettano le regole ‘vedono’ quanto è nei loro interessi politici economici e finanziari ‘vedere’ ed intervengono a sostegno di Israele accusando i palestinesi di essere terroristi, criminali, assassini, perfino nazisti.
Mancano di obiettività di giudizio non perché non ne siano capaci ma perché non è nei loro interessi politici economici e finanziari.
Della storia della Palestina e di Israele prendono solo ciò che si adatta al loro tornaconto.
Israele è parte del loro tornaconto.
Non si spiegherebbe diversamente perché Netanyahu (e il suo governo) non sia ancora stato accusato di essere un criminale di guerra e di pace.
Non si spiegherebbe perché riconoscano che sì, Israele ha commesso errori, ma mai crimini, attentati, azioni terroristiche, stragi di civili (l’ultima è sotto gli occhi di tutti).
Se si legge obiettivamente la storia, risulta chiaro che Israele esiste perché l’Occidente lo ha voluto appoggiando e sostenendo quelle minoranze ebraiche più chiuse e più fanatiche che impugnavano (e impugnano) la Bibbia, porzioni di quella Bibbia, come documento storico e individuavano (e individuano) nella Palestina la loro terra che invece nella storia - quella appurata, non quella inventata - non è mai stata loro o non è mai stata solo loro.
È stata coabitata da più popoli.
La storia ci dice altrettanto chiaramente che gli ebrei sono, nella migliore delle ipotesi, sempre stati malvisti in Europa, genti di cui liberarsi, hanno subito decine di pogrom nel corso dei secoli e sono stati accusati di ogni nefandezza.
Ritengo non sia assolutamente un caso che in Europa siano stati sterminati e non solo dai tedeschi nazisti ma anche da polacchi, ucraini, austriaci, olandesi, danesi, italiani, francesi, spagnoli… che li hanno diligentemente consegnati ai nazisti e in diversi casi hanno fatto da sé.
Perché l’Occidente ‘non vede’ il palestinese così come ‘non vedeva’ l’ebreo?
Perché servono capri espiatori per legittimare sé stessi.
Ridicolo equiparare Hamas ai nazisti.
Fino a prova contraria chi ha occupato un territorio, chi ha avviato una pulizia etnica e ora si accinge all’eccidio non è Hamas.
Il nazismo è stato fermato non perché ha sterminato gli ebrei ma perché avrebbe ridotto anche il mondo occidentale, che l’ha prodotto, ad una sua colonia.
Nazismo = Sterminio degli ebrei o Olocausto o Shoah, è una falsa equivalenza.
Come e perché il il nazismo ha raggiunto quelle vette abissali non se lo domanda nessuno?
Come e perché una ‘cultura’ così aberrante abbia conquistato, o se preferite, accecato milioni di occidentali non sono domande da farsi?
Servono esecutori per non sporcarsi le mani. Israele è un ottimo esecutore, finché sarà utile.
Per questo appoggiamo Israele.
Io definisco nazista l’espressione verbale attribuita al ministro della difesa Yoav Gallant
“Rimarranno senza elettricità, senza cibo, senza carburante, chiusi dentro. Stiamo combattendo contro animali con sembianze umane e agiamo di conseguenza” motivando il blocco totale di Gaza e nessuno, che io sappia, ha fatto una piega.
Vogliamo credere che sotto le macerie di Gaza ci siano ‘solo’ duemila, quasi tremila secondo gli ultimi conteggi, morti? Donne e bambini, ragazzi e anziani, non decapitati,no, solo maciullati e disintegrati.
Si ‘piangono’ solo da morti, si dovrebbero ‘piangere’ da vivi affinché non muoiano in quel modo.
Ma chi le va a documentare queste stragi? Chi va a filmare questi corpi straziati o quel che ne resta? Chi si domanda come sia possibile sopravvivere senza cibo, acqua, energia elettrica, medicinali… Ma soprattutto chi le pubblicherebbe per una vasta eco mediatica?
I governi israeliani non sono al primo eccidio di palestinesi, oggi lo applicano su scala più vasta, forti dell’appoggio che hanno.
Israele è amico perché è nemico del nostro nemico.
Il mondo islamico è il nostro nemico e Israele fa quello che abbiamo sempre fatto noi.
Usurpare e Dominare.
Non ci importa molto, in fondo, delle loro vite, dei loro morti (palestinesi e israeliane). Sì certo, partecipiamo al loro dolore, ma da spettatori, più o meno intimi del defunto, come si fa ad una cerimonia funebre o peggio, davanti ad uno schermo. Siamo abituati da un bombardamento incessante di film e serie televisive atte ad anestetizzare la realtà. Siamo abituati a recitare, e la parte dei buoni ci viene particolarmente bene, l’abbiamo inventata noi quella parte!
Là noi non ci siamo.
Gli Usa hanno assunto il ruolo di giudice sentenziante e di decisore delle sorti umane.
Sono il braccio e governano la mente di noi occidentali.
Il faro dell’Occidente!
Gli antesignani della democrazia!
Gl’illegittimi che si autolegittimano.
Un’altra nostra invenzione.
Un’altra parte di noi europei, espulsa o fuggita o alla ricerca di riscatto e fortuna e fortune, che ha occupato un vastissimo territorio ed annientato i nativi.
Così come il nostro ‘mal d’Africa’ ha comportato la deportazione di milioni di nativi come schiavi.
Ed abbiamo preso possesso di un altro vastissimo territorio mandandoci gl’indesiderati, l’Australia, dove i nativi sono stati confinnti, declassati e ridotti a curiosità turistica. Forse perché colonizzati da reietti dell’Occidente la loro sorte non è stata così cruenta o forse perché erano relativamente pochi, così ancestrali, così estranei al nostro mondo, così dispersi in quelle terre agli antipodi.
Noi ‘capiamo’ dopo aver perpetrato stragi, massacri, genocidi.
Non c’è speranza?
No, non c’è speranza.
Non c’è futuro?
No, non c’è futuro.
Tutto quello che abbiamo fatto esiste.
La nostra storia (la s maiuscola la lascio ai commentatori insipienti) non ce la possiamo scrollare di dosso.
Lo Stato d’Israele esiste, è innegabile, non lo possiamo cancellare.
Ma come esiste?
Come un grumo d’odio incistato su una pelle gravida di odii che ha largamente contribuito a esacerbare.
La nostra storia è un continuo avvicendarsi di pagine scritte malissimo il cui fine non è mai stato l’ottenimento della Pace.
Solo tregue, per ricaricarci d’Odio.
Le atrocità, le nefandezze, i crimini commessi in tempo di guerra lasciano dietro di sé odii irrisolti, odii esacerbanti e sconvolgimenti mentali: ‘nulla sarà più come prima’, l’extrema ratio.
Ciò cui si assiste in tempo di guerra sono devastazioni, sono macerie, sono incendi, polveri, fumi, aria irrespirabile, cadaveri (esistono un’infinità di immagini di cadaveri di tempo di guerra, a voi farle riaffiorare), corpi dissolti, frammenti di corpi, urla di dolore, urla di disperazione, urla strazianti, lamenti tra esplosioni incessanti (anche per queste esistono una gran varietà di registrazioni sonore che siete sicuramente in grado di risentire), sibili e fischi di proiettili o raffiche che s’infrango su muri, lamiere, acciaio, terreni più o meno compatti, rocce, plastiche, liquidi e corpi.
Tutto ciò lascia segni indelebili su chi sopravvive: terrore, sgomento, paura, rabbia, frustrazione, disorientamento, angoscia, disperazione, perdita della ragione di vivere, impulso a sterminare chiunque capiti a tiro.
Segni che andranno via via attenuandosi ma non scompariranno, plasmeranno il nostro agire e quello delle generazioni che cresceremo, segni che muteranno in forme che ridaranno linfa a nuove guerre.
Ci siamo condannati all’espiazione di una pena senza fine.
Tutto ciò che abbiamo fatto nel corso delle nostre storie millenarie, l’abbiamo fatto affidandoci a entità sovrannaturali che ora chiamiamo Dio - così noi occidentali - ma che nel corso dei millenni ha assunto innumerevoli appellativi e altri seguita ad averne, sul nostro pianeta. È la nostra enorme spada di Damocle; l’abbiamo immaginata, progettata, forgiata, intarsiata, lucidata, affilata, impugnata, brandita, venerata, guardata con terrore.
È il nostro giudice e al contempo il nostro carnefice da cui non riusciamo liberarci.
Liberandocene, forse…
Prima dobbiamo levarla da lassù, quella spada.
Un dio decisamente singolare quello che tace da millenni e che ha parlato, si afferma, ad un solo popolo, ai presunti patriarchi di un popolo, quale rappresentanza di tutti i popoli della terra - così nella versione cristiana in seguito alla venuta di suo figlio un paio di millenni orsono - .
Un dio che ha impiegato all’incirca un millennio a manifestarsi a questo popolo con parole oscure, da interpretare, da costruirci innumerevoli versioni, tomi su tomi di esegesi, contraddicendosi, lanciando anatemi, scatenando diluvi (uno a dire il vero, ma universale) carestie pesti eccidi guerre.
Sembra proprio uno di noi.
Nessuna religione di quelle ritenute fondamentali ha come ‘protagonista’ la donna e gli altri generi che esistevano allora come oggi - e già questo dovrebbe far fortemente dubitare che dietro ai costrutti mitologico religiosi ci sia un dio o, se non altro, un dio buono, misericordioso, caritatevole … come ci piace crederlo.
Dio, il concetto di Dio, ci serve per non sentirci responsabili e conseguentemente per non ripensarci.
Sorgerà mai l’alba dell’umanità?
Me ne vado alla chetichella.