Alias Domenica
Testa di Zeus dai ricci impenetrabili: Max Vološin nel ritratto di Cvetaeva
Novecento russo «Vivo sul vivo», saggio del 1932, in morte del poeta esponente minore e significativo del modernismo russo Maksimilian (Max) Vološin: da Passigli
Evgenij Dybskij, «Translation of Time», 1990
Novecento russo «Vivo sul vivo», saggio del 1932, in morte del poeta esponente minore e significativo del modernismo russo Maksimilian (Max) Vološin: da Passigli
Pubblicato 7 mesi faEdizione del 5 maggio 2024
Un uomo «quasi leggendariamente corpulento», «centodieci chili di bellezza maschile», come proclamava con modestia, uno «straordinario camminatore», «i piedi venosi nei sandali», «una testa di Zeus su spalle possenti e su ricci impenetrabili», una «stretta coroncina d’assenzio», «il suo bianco camicione di tela, del quale hanno discusso tanto a lungo e accalorandosi (in particolare le signore) se sotto avesse o no i pantaloni». Questa, in brevi tratti, l’immagine del poeta Maksimilian (Max) Vološin come ce la presenta Marina Cvetaeva nel suo saggio del 1932 composto in morte del poeta, dal titolo Vivo sul vivo (cura e traduzione di Annelise Alleva,...