Politica
Tima Kurdi: «Alan doveva essere l’ultimo. Dall’Europa solo promesse»
Omissione di soccorso La zia del bambino annegato nel 2015 alza la voce dopo il naufragio in Grecia: ora basta, la storia ci giudicherà. «Fermare la navi delle Ong è una decisione inumana. Mi spezza il cuore. Queste politiche devono cambiare. Non si possono lasciare annegare le persone», dice.
Un agente tiene in braccio il piccolo Alan Kurdi trovato morto nel 2015 sulla spiaggia turca di Bodrum – Ap
Omissione di soccorso La zia del bambino annegato nel 2015 alza la voce dopo il naufragio in Grecia: ora basta, la storia ci giudicherà. «Fermare la navi delle Ong è una decisione inumana. Mi spezza il cuore. Queste politiche devono cambiare. Non si possono lasciare annegare le persone», dice.
Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 giugno 2023
«Quando ho visto la foto di mio nipote su quella spiaggia sono crollata e ho gridato. Avrei voluto che il mondo mi sentisse per mettere fine a tutta quella sofferenza. Sarebbe dovuta essere l’ultima», dice Tima Kurdi al telefono. A Vancouver sono le prime ore del mattino, in Italia la sera sta calando sulla Giornata mondiale del rifugiato. Kurdi, siriana-canadese di 53 anni, è la zia di Alan, il bambino trovato morto il 2 settembre 2015 sulla spiaggia turca di Bodrum. La foto di quel corpicino privo di vita fece il giro del mondo e scatenò un’ondata di indignazione. Contribuì...