Rubriche

«Trattando l’ombre come cosa salda»

Nel XXV Canto del Purgatorio, Dante si chiede come si formi e permanga nell’oltretomba una parvenza corporea allorché, sopraggiunta la morte, il corpo, inerte e privo di vita, è destinato […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 12 maggio 2017
Nel XXV Canto del Purgatorio, Dante si chiede come si formi e permanga nell’oltretomba una parvenza corporea allorché, sopraggiunta la morte, il corpo, inerte e privo di vita, è destinato a corrompersi e tornare polvere. E si domanda come possa darsi, e restare, la puntuale effige che gli consente, nel suo viaggio oltremondano, non solo di vedere e riconoscere, ma di intrattenersi e conversare con i trapassati «trattando l’ombre come cosa salda» (Purg. XXI, 136). «Ombre come cosa salda», cioè come viventi ancora, insieme a noi, vive in noi. Infatti, l’interrogativo che Dante si pone riguarda i modi, complessi e...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi