Internazionale

Trincee esauste a scuola di odio

Il comandante NazarIl comandante Nazar – Niccolò Celesti

Ucraina La battaglia perduta di Avdiivka ha lasciato il segno ma il tempo che passa lascia tracce più profonde. «I russi» ormai sono bombe, gelo, fame e morti, e un’ipoteca lunga generazioni che la stanchezza della guerra non potrà seppellire

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 24 febbraio 2024
Sabato AngieriInviato a Noovoleksandrivka (Donetsk ucraino)
«In un istante ho perso tutto, il mio migliore amico, il mio mondo… mio fratello» racconta piano il comandante Nazar. «Non c’è dolore più grande», dice. «Dopo ho provato a prendere una pausa e a tornare a casa, ma non riuscivo a dormire, dovevo prendere delle pasticche, mi sembrava di non essere più buono a nulla. E sono tornato alla guerra». Non per vendetta, ma quasi per fatalità. Perché se c’è una cosa che non si può non imparare in guerra è che la massima non sbaglia: i morti chiamano sempre altri morti. Due anni di caduti pesano sull’est Europa...

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