Editoriale

Un varco di libertà

Un varco di libertà

io rompo Oggi la grande campagna del 2019 finisce mentre già un’altra è in corso, speriamo altrettanto gradita e utile, perfino dilettevole come può essere accettare il nostro invito a cena per una serata riservata a chi ci legge e ci sostiene

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 21 gennaio 2020

Sarà perché siamo quelli che i muri, di qualunque specie, culturali, sociali, politici, proprio non li sopportano. Sarà perché nella vita della nostra cooperativa ne abbiamo dovuti abbattere non saprei dire nemmeno più quanti, il fatto è che quando vi abbiamo chiesto di aderire alla campagna iorompo.it ci siamo capiti subito e la vostra risposta è stata di immediata, larga e forte condivisione.

L’ultima volta è successo circa un anno fa quando non il perfido Salvini ma i gialli del governo giallo-verde, decisero che il manifesto doveva chiudere se non riusciva a stare sul mercato con le sue gambe. Un mercato che non esiste visto che a governarlo sono le concentrazioni finanziarie a capo delle maggiori testate nazionali. Oltre al fatto che considerare l’informazione come una scatoletta di tonno è solo indice di colpevole ignoranza se non di evidente malafede.

Come dire, in linguaggio corrente, che una cooperativa che con il suo lavoro, rispettando tutte le regole, stampa un quotidiano nazionale di sinistra da ormai quasi 50 anni, doveva uscire dalle edicole del paese.

Poi, per fortuna, con la pazza crisi di agosto e il cambio di governo, la minaccia della cancellazione del Fondo per l’Editoria è stata rinviata scongiurando così il rischio di mettere in difficoltà la nostra presenza in edicola già da quest’anno.

Ma come ben sappiamo noi che il giornale lo facciamo, e voi che lo leggete, lo scampato pericolo dei tagli non modifica la strutturale anomalia di una cooperativa di giornalisti e poligrafici che ha la pretesa di esprimere un punto di vista politico per corrispondere alla domanda di informazione di decine di migliaia di lettrici e lettori che ogni giorno, dal 1971, ci rinnovano la loro fiducia acquistando la copia del manifesto.

Un miracolo? Sì e no. Sì se pensiamo a quanti giornali della sinistra hanno chiuso i battenti nonostante avessero le spalle ben protette da soldi, potere, partiti. No se riflettiamo all’unicità della nostra esperienza politico-editoriale, alla singolarità di questa forma di militanza giornalistica, al filo diretto con chi ci segue da così tanto tempo con testa e cuore, con intelligenza e volontà.

Avete «rotto» ogni giorno per più di otto mesi, avete aperto un grande varco nel muro che avrebbe finito per soffocarci, avete donato soldi e fiducia, impegno e solidarietà.

E ci siamo anche divertiti perché in fondo ogni volta che ciascuno di voi sceglieva di colpire un pezzetto di muro, il gioco on-line mostrava il crollo dei mattoncini che avevate appena eliminato. Un gioco liberatorio perché nel partecipare a iorompo.it avete avuto la possibilità di dirci quale fosse il muro, nella vostra vita o in quella del mondo, che proprio non potevate sopportare. Un gioco con «testimonial» d’eccezione, al di qua e al di là dell’oceano.

Oggi la grande campagna del 2019 finisce mentre già un’altra è in corso, speriamo altrettanto gradita e utile, perfino dilettevole come può essere accettare il nostro invito a cena per una serata riservata a chi ci legge e ci sostiene.

Le «Cento cene» del manifesto sono in pieno, felice svolgimento in tutto il paese, perfettamente autogestite dai nostri lettori più affezionati e intraprendenti, pronti a improvvisarsi come ristoratori del palato e del desiderio di fare politica insieme.

Tutto questo avviene mentre ci stiamo preparando al grande evento dell’aprile 2021 per festeggiare degnamente mezzo secolo di storia della sinistra e del paese. Di nuovo avremo bisogno di tutti voi, nostro archivio vivente. Non possiamo dirvi di più, ma intanto cominciate tirare fuori dai cassetti i vostri album di fotografie.

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