Cultura

Uno scaffale chiamato mente

Uno scaffale chiamato menteDisegno tratto da Illustration Now

Tempi moderni L’ultimo libro di Michel Serres «Non è un mondo per vecchi» (Bollati Boringhieri) affronta il rapporto tra diverse generazioni alla luce delle tecnologie digitali. Ma apre spazi inediti alla riflessione sulla trasmissione del sapere e sull’apprendimento

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 7 maggio 2013
Nel ventiseiesimo capitolo del primo libro dei suo Saggi, Michel de Montaigne scriveva: «Non c’è ragazzo delle classi medie che non possa dirsi più sapiente di me, che non so nemmeno quanto basta a interrogarlo sulla sua prima lezione». Ma cosa accadrebbe, si chiedeva Montaigne, se a quella lezione si fosse in qualche modo costretti? Non ci si troverebbe – «assai scioccamente», puntualizzava – vincolati a una costrizione ancora più grande? Non saremmo costretti a servirci di «qualche argomento di discorso più generale, in base al quale esaminare l’ingegno naturale dei ragazzi: lezione sconosciuta tanto a loro quanto a me»?...

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