Lavoro
Zero investimenti, il ministro Urso dimentica la componentistica auto
Automotive Il ministro in tv lascia in un cono d'ombra un settore che occupa 160mila addetti ed ha bisogno di politiche industriali per restare sul podio europeo, evitando chiusure e delocalizzazioni degli ultimi 15 anni. Inascoltate le denunce della Fiom, eppure molte case automobilistiche stanno "accorciando" la filiera dopo la pandemia.
Lo stabilimento Stellantis di Mirafior – foto Ansa
Automotive Il ministro in tv lascia in un cono d'ombra un settore che occupa 160mila addetti ed ha bisogno di politiche industriali per restare sul podio europeo, evitando chiusure e delocalizzazioni degli ultimi 15 anni. Inascoltate le denunce della Fiom, eppure molte case automobilistiche stanno "accorciando" la filiera dopo la pandemia.
Pubblicato 7 mesi faEdizione del 13 aprile 2024
In una disarmante intervista televisiva pomeridiana, il ministro Urso ha parlato perfino del prosciutto di Parma ma si è guardato bene dall’affrontare il tema della componentistica auto. Unica eccezione l’incensata microelettronica della Etna Valley, lasciando in un cono d’ombra tutto il resto, dai semiassi ai sedili passando per le serrature, gli sterzi e le pompe idrauliche. Eppure, come ha rilevato il prof Mario Calderini del Politecnico di Milano, la componentistica è ancora forte nella penisola e sul podio in Europa. Ma necessiterebbe di investimenti pubblici per la transizione tecnoecologica e la collegata formazione dei circa 160mila addetti (superstiti) del settore....