Alias
Usa 1968, la coscienza si sta restringendo
Storie/Uomini in nero e nuovi «suoni del silenzio» sono pronti a divorare le anime dolci della California. Tra note acide e «wild» I tempi cambiano e spesso non in meglio. Con Dylan che prepara l’ennesima capriola e i Doors che aspettano il sole. Se Zappa e Hendrix guardano avanti, i Byrds vanno indietro ma spargono semi nel futuro. È un mondo bizzarro
Storie/Uomini in nero e nuovi «suoni del silenzio» sono pronti a divorare le anime dolci della California. Tra note acide e «wild» I tempi cambiano e spesso non in meglio. Con Dylan che prepara l’ennesima capriola e i Doors che aspettano il sole. Se Zappa e Hendrix guardano avanti, i Byrds vanno indietro ma spargono semi nel futuro. È un mondo bizzarro
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 12 maggio 2018
Si sa che il ’68 musicale inglese inizia ben prima, almeno a mettere il paletto simbolico del ’65 dei Beatles di Revolver. Che fa esplodere la forma canzone, pur lasciandola ben viva, e aggiungendo parecchie spezie. E dunque l’Oriente, provato o immaginato che fosse, il Mediterraneo del bouzouki greco (o turco: antica diatriba) che entra nel folk inglese una ventina d’anni prima del nostrano e sublime Crêuza de mä di De André, 1984. E poi il serialismo, la musica concreta, l’elettronica e via citando, in un ventaglio di tentativi e colpi azzeccati che va a lambire o a vellicare quasi...