Alias Domenica

Venezia, chi vuol rinunciare ai turisti ciabattoni?

Venezia, chi vuol rinunciare ai turisti ciabattoni?Luca Campigotto, Arsenale di Venezia, 2000 © L. C.

Libri-inchiesta Sedersi in «piazzètta», ascoltare la città, seguire i suoi tempi, lunghi ed esigenti, adattarsi alla sua natura gelosa: "Non è triste Venezia" di Francesco Erbani, per Manni, rifiutando gli stereotipi...

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 25 novembre 2018
L’incontro con Venezia genera nei più gli stereotipi che tanto irritano gli indigeni. «Venezia è bellissima, ma io non ci abiterei mai!»: ecco esibita un’ammirazione finta, che esprime un rigetto infastidito. Per sfuggire a questa superficialità si deve cercare di capire. Per farlo serve sedersi in un campo (la «piazzètta» dei non addetti). Ascoltare la città, seguire i suoi tempi, lunghi e esigenti, adattarsi alla sua natura, gelosa e non adeguata al ritmo odierno. E farsi raccontare, da chi le vive, persistenze e trasformazioni umane e urbane. Questo è l’atteggiamento, attento ma non pedante, con cui Francesco Erbani ha scritto...

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