Europa
Verso il 29 marzo 2019, fine di una storia
Gran Bretagna Dopo mesi di logorante trascinamento di un accordo sulla Brexit nato morto, stipulato in due anni di negoziato della premier May con Bruxelles, ora la parola spetta al Parlamento, in una crisi costituzionale che lo vede contrapposto al governo. Si voterà nella settimana del 14 gennaio
Gran Bretagna Dopo mesi di logorante trascinamento di un accordo sulla Brexit nato morto, stipulato in due anni di negoziato della premier May con Bruxelles, ora la parola spetta al Parlamento, in una crisi costituzionale che lo vede contrapposto al governo. Si voterà nella settimana del 14 gennaio
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 30 dicembre 2018
Leonardo ClausiLONDRA
Volge al termine l’anno britannico vissuto pericolosamente per eccellenza: un anno di crisi costituzionali, di governi di minoranza, di cruciali voti di fiducia posticipati. Un anno nel segno, fatidico e traumatico, dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea altresì noto come Brexit. Due anni e mezzo fa, il 23 giugno 2016, il 51,9% dei britannici votava al referendum per l’uscita dall’Ue contro il 48,1%. Secondo l’attivazione dell’articolo 50 del trattato di Lisbona, avviata dalla premier (alla guida di un governo sostenuto a malapena dai dieci deputati unionisti nordirlandesi del Dup) Theresa May, il Paese dovrà uscire il 29 marzo 2019. Ma...