Alias Domenica
Vidal, idealista sofisticato nei rovesci cubani
Una recente mostra, protrattasi nella Biennale de La Habana, ha dato modo di riaprire gli occhi su Antonio Vidal Una recente mostra, protrattasi nella Biennale de La Habana, ha Un maestro rivelatosi alla caduta della dittatura di Batista, che rinnovò l'arte del suo paese agganciandosi alla Scuola di New York, e poi scelse riflessione e solitudine
Antonio Vidal, "Textura", 1966
Una recente mostra, protrattasi nella Biennale de La Habana, ha dato modo di riaprire gli occhi su Antonio Vidal Una recente mostra, protrattasi nella Biennale de La Habana, ha Un maestro rivelatosi alla caduta della dittatura di Batista, che rinnovò l'arte del suo paese agganciandosi alla Scuola di New York, e poi scelse riflessione e solitudine
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 19 maggio 2019
Tommaso MozzatiL'AVANA
«Eravamo un gruppo di idealisti». Così Antonio Vidal, pittore squisito attivo sulla scena habanera dagli anni cinquanta, ha voluto descrivere – con poco anticipo sulla morte, che lo ha colto nel luglio 2013 – l’esperienza destinata a segnare la sua giovinezza e il travagliato cammino dell’isola verso la costruzione di un’immagine metropolitana, cosmopolita, al centro del rivoluzionato scacchiere politico disposto dall’improvviso intervento statunitense nel conflitto globale contro il nazi-fascismo. Pensiamo cioè alla battaglia eroica condotta dal collettivo de Los Once, nell’arco di tempo ristretto in cui spesso si risolvono le solidarietà intellettuali, con l’intento di tradurre le mitologie afro-cubaniste cullate...