Lavoro

Al tavolo con i «riders» si parla di contratto, ma sfuma la subordinazione

Al tavolo con i «riders» si parla di contratto, ma sfuma la subordinazionePresidio dei "Riders" in via Flavia a Roma

Gig Economy I «riders» dovevano essere lavoratori subordinati, ha stabilito una bozza del governo. Ma al tavolo con le parti sociali tenuto ieri con Di Maio sembra venuto meno. Le incertezze del ministro del lavoro su un principio base nel "food delivery" rischiano di portare a un provvedimento inefficace nella sua battaglia contro la precarietà. Per le trattative ci sono 60 giorni. I ciclo-fattorini in presidio al ministero del lavoro ribadiscono la necessità di mantenere universale, e non corporativo, il percorso: "Non solo per noi, ma per tutti"

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 3 luglio 2018
Di tavolo in tavolo è visibile l’arretramento del ministro del lavoro Luigi Di Maio sui ciclofattorini («riders») delle consegne a domicilio via piattaforma digitale («food delivery»). Al secondo tavolo convocato ieri al ministero del lavoro in via Flavia a Roma è andata in scena quella che il vice-premier pentastellato ha chiamato «concertazione»: erano presenti gli autorganizzati Bologna e Roma Union Riders, Deliverance Milano, i colleghi di Torino, i sindacati confederali, le associazioni di impresa (tra l’altro Confindustria), le piattaforme multinazionali e locali. Al termine del confronto Di Maio ha aggiornato il ruolino di marcia di una trattativa dove molto resta...

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