Politica
Amato sostiene i referendum: «Non si cerchi il pelo nell’uovo»
Corte costituzionale Il presidente della Consulta: «Dobbiamo lavorare al massimo per consentire il voto popolare». I giudici divisi sui quesiti per la cannabis e l'eutanasia. Il comitato promotore: «Rendere inaccessibile uno strumento come quello referendario avrebbe contraccolpi negativi su tutto il sistema istituzionale oggi in profonda crisi»
Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato – LaPresse
Corte costituzionale Il presidente della Consulta: «Dobbiamo lavorare al massimo per consentire il voto popolare». I giudici divisi sui quesiti per la cannabis e l'eutanasia. Il comitato promotore: «Rendere inaccessibile uno strumento come quello referendario avrebbe contraccolpi negativi su tutto il sistema istituzionale oggi in profonda crisi»
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 12 febbraio 2022
«È banale dirlo ma i referendum sono una cosa molto seria e perciò bisogna evitare di cercare ad ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli nel cestino». Il neo presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato la butta lì, in un passaggio della riunione settimanale con gli assistenti di studio in vista dell’udienza di martedì 15 febbraio in cui la Consulta discuterà l’ammissibilità di otto quesiti referendari. Ma è tutt’altro che una frase banale. Da giorni infatti c’è tensione, nei comitati promotori, soprattutto in quelli dei due referendum proposti su iniziativa popolare e sorretti, nell’insieme, da quasi due milioni di firme:...