Visioni
Anestesia quotidiana di un Paese, la banalità del male in Iran
Berlinale 70 Arriva in chiusura di concorso «There is No Evil» il nuovo film di Mohammad Rasoulof. Opera divisa in quattro capitoli, una presa di posizione all’interno di un regime
Una scena da «There is No Evil» di Mohammad Rasoulof
Berlinale 70 Arriva in chiusura di concorso «There is No Evil» il nuovo film di Mohammad Rasoulof. Opera divisa in quattro capitoli, una presa di posizione all’interno di un regime
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 29 febbraio 2020
Cristina PiccinoBERLINO
La sedia di Mohammad Rasoulof è ancora vuota, come Oleg Sentsov – che ha ritrovato la libertà, lo abbiamo visto dopo anni di persona presentare il suo film Numbers – il regista iraniano è tra quegli artisti, uno per tutti Jafar Panahi, che il proprio Paese ha condannato all’invisibilità: prigione, divieto di viaggiare. E proprio con Panahi Rasoulof venne arrestato nel 2010, l’accusa contro entrambi era di «cospirazione» – i due registi stavano preparando un film senza permessi ma soprattutto avevano contestato apertamente il presidente Ahmadinejad schierandosi col cambiamento politico rivendicato dal movimento dell’«Onda verde». Rasoulof venne condannato a sei...