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Architetture d’occupazione alla Biennale di Venezia
Israele/Palestina Il Padiglione d’Israele nega la Palestina: ridisegna gli spazi dei Territori occupati come «tabula rasa aperta all’interpretazione», cancellando l’esistenza e i diritti dei palestinesi Più che "Strutture del negoziato", il miglior titolo sarebbe "Strutture della negazione"
Una sala del Padiglione di Israele alla Biennale di Venezia
Israele/Palestina Il Padiglione d’Israele nega la Palestina: ridisegna gli spazi dei Territori occupati come «tabula rasa aperta all’interpretazione», cancellando l’esistenza e i diritti dei palestinesi Più che "Strutture del negoziato", il miglior titolo sarebbe "Strutture della negazione"
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 16 novembre 2018
Al Presidente della Biennale di Venezia dott. Paolo Baratta e per conoscenza a: dott. Andrea Del Mercato Direttore Generale Biennale Venezia, Shelley McNamara e Yvonne Farrell Direttrici della Biennale Architettura 2018 Oggetto: Osservazioni sul padiglione Israeliano alla Biennale Architettura 2018 Egregio presidente Baratta, Le scriviamo perché siamo rimasti da prima sorpresi e poi profondamente indignati entrando quest’anno nel padiglione israeliano presso i Giardini della Biennale. Avevamo letto che il tema scelto per la 16° mostra internazionale di architettura era “Freespace”, perché, nell’intenzione dei curatori, «spetta all’architettura progettare lo spazio libero e gratuito, lo spazio della condivisione e della socialità». Avevamo...