Cultura

Benedetto aveva i piedi nella strada e la testa nella tecnologia

Benedetto Vecchi foto Marco CinqueBenedetto Vecchi – Marco Cinque

Ciao Benedetto Dalle periferie cyberpunk alle tiranniche tecnologie di sorveglianza del capitalismo immateriale, il manifesto ha raccontato negli anni le evoluzioni enormi delle tecnologie

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 9 gennaio 2020
Il giorno in cui bussai al manifesto chiedendo di scrivere per il giornale, fu Benedetto Vecchi ad aprirmi la porta. Avevo 27 anni, studiavo psicologia cognitiva e frequentavo il Forte Prenestino. Con fare reverenziale verso il «caporedattore della Cultura» del giornale che leggevo ogni mattina, mi rivolsi a Benedetto dicendogli che non mi convinceva il modo in cui il manifesto trattava la tecnologia: «C’è poco Movimento», gli dissi. Intendevo dire che il giornale non si occupava abbastanza di quello che accadeva nelle periferie del cyberspace. All’epoca con i compagni del collettivo gestivamo un Bulletin Board System (BBS, una bacheca informativa...

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