Cultura
Biennale all black
All'interno del padiglione della Gran Bretagna – Matilde Cenci
i leoni d'oro La giuria della 59/a Biennale internazionale d’Arte lascia vuote le fabbriche di Gian Maria Tosatti del padiglione Italia, senza leoni a ruggire nelle sale dismesse e opta per un’idea di comunità diversa (sempre però da paesi anglosassoni, quindi di cultura dominante). Non il declino industriale dell’occidente, ma le affinità elettive con chi ha lavorato per una idea di comunità (facendolo però in paesi anglosassoni, culture comunque dominanti)
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 aprile 2022
Arianna Di GenovaVENEZIA
Le fabbriche vuote, quei fantasmi dell’assenza, fra notti, comete e lucciole pasoliniane di Gian Maria Tosatti del Padiglione Italia rimangono anche a mani vuote. Nessun Leone ruggisce fra quelle stanze disabitate, scenografia post apocalittica di un mondo in disuso. La giuria – costituita da Adrienne Edwards (Usa), Lorenzo Giusti (Italia), Julieta Gonzalez (Messico), Bonaventure Son Bejeng Ndikung (Camerun), Susanne Pfeffer (Germania) ha preferito guardare altrove e – nonostante quel padiglione fosse una specie di enorme e ben costruito disclaimer, come piace tanto in America, con tentacolari agganci al tono profetico e al politicamente corretto – ha scelto voci, corpi, visioni...