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Camila Marambito, nelle torbiere della Patagonia
59/a Biennale d'arte di Venezia La curatrice del padiglione cileno all'Arsenale racconta il progetto e la mostra «Turba Tol Hol Hol Tol». «La conservazione biologica di quei particolari ambienti è intrinsecamente legata alla rinascita del popolo Selk’nam, che è anche il loro custode da millenni»
Il padiglione cileno – Courtesy of Turba Tol and Ministry of Culture, Arts and Heritage of Chile
59/a Biennale d'arte di Venezia La curatrice del padiglione cileno all'Arsenale racconta il progetto e la mostra «Turba Tol Hol Hol Tol». «La conservazione biologica di quei particolari ambienti è intrinsecamente legata alla rinascita del popolo Selk’nam, che è anche il loro custode da millenni»
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 maggio 2022
È strano finire, nel bel mezzo dell’Arsenale, dentro al cuore pulsante di una torbiera. Ma alla Biennale veneziana può succedere anche questo: basta mettersi in fila e pazientemente aspettare il proprio turno per entrare nel padiglione cileno. Lì, la mostra Turba Tol Hol Hol Tol immerge il visitatore in un mondo primigenio, dove la natura segue auree regole per costruire la sua strada, a volte in compagnia di esseri umani rispettosi della sua infinita sapienza. Qui, l’installazione umida che esala vapori spirituali è il frutto della collaborazione di un team di creativi cileni, costituito da Ariel Bustamante (artista visiva), Carla...