Italia

Cultori della morte

Cultori della morteI militanti del gruppo «Lealtà e Azione» al Cimitero Maggiore di Milano

Ultradestra Fra i luoghi ultimamente privilegiati per i rendez-vous dei gruppi neofascisti e neonazisti sono sempre più in voga i cimiteri. A Milano in particolare, dove nacque e morì il fascismo. Non sono più solo atti simbolici. Il culto delle tombe è quasi un’ossessione, da sempre, nell’identità nera. Ora però sta divenendo per le nuove leve il terreno d’azione politica

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 2 agosto 2016
Fra i luoghi ultimamente privilegiati per l’azione politica dei gruppi neofascisti e neonazisti sono sempre più in voga i cimiteri. A Milano in particolare, dove nacque e morì il fascismo. Il cimitero Monumentale, in primo luogo, dove giacciono le spoglie di Filippo Tommaso Marinetti, il padre del Futurismo. E dove, soprattutto, nel 1925 Benito Mussolini inaugurò il cosiddetto monumento ai «martiri della rivoluzione fascista», un sacrario dove furono progressivamente raccolte le salme di tredici squadristi, non solo milanesi, caduti in scontri di strada. A scolpirlo, l’artista di regime Armando Violi, autore, tra l’altro, dei cavalli alati in marmo che spiccano...

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