Cultura
Gli arcipelaghi pensosi e antifascisti di Mario Maovaz
L'inedito Un racconto scritto in occasione del Festival letterario di Ventotene che narra la storia del bibliotecario del carcere. Riservato e taciturno, era di modi spicci. Però il «Manifesto» l’aveva firmato
Un'immagine dell'isola di Ventotene – Getty Images
L'inedito Un racconto scritto in occasione del Festival letterario di Ventotene che narra la storia del bibliotecario del carcere. Riservato e taciturno, era di modi spicci. Però il «Manifesto» l’aveva firmato
Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 luglio 2023
L’avevano fatto sbarcare con un barchino leggero, quel primo giorno, e lui quasi si era dimenticato dei polsi ammanettati, perché le due isole, una di fronte all’altra, gli avevano ricordato casa. O perlomeno il posto dove era nato, che casa sua non sapeva più dire bene dove fosse. A Trieste magari, dove la moglie a quell’ora stava di sicuro portando i bambini a fare un tuffo al bagno Ausonia. La città dove era nato invece si trovava più a sud, su quella striscia di costa dalmata che cambiava bandiera e nomi di continuo, lì c’era una casa dell’infanzia con finestre...